Mascherine protettive: quali sono le più efficaci?

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Con l’epidemia di covid-19 in atto si è parlato tanto di mascherine di protezione e di quali sarebbero le uniche a garantire una protezione adeguata contro il virus.

Ci siamo abituati a vedere, usare e acquistare mascherine, guanti e disinfettanti, ma tali dispositivi di protezione rispondono a diverse funzionalità che devono essere distinte in modo da poterli utilizzare nel modo adeguato. Da tempo l’Organizzazione Mondiale della Sanità si è espressa anche specificando le buone norme di utilizzo delle mascherine, quando e come utilizzarle e indossarle. Ne abbiamo sentite di tante tipologie: chirurgiche, FFP2, FFP3, con o senza valvola…ma che differenze ci sono?

Mascherine chirurgiche

Sono realizzate in tessuto-non-tessuto e non aderiscono ai contorni del viso. Le mascherine chirurgiche permettono di evitare, al momento dell’espirazione dell’utilizzatore, la proiezione di goccioline di saliva o di secrezioni delle vie respiratorie superiori verso l’ambiente esterno.

Mascherine di protezione (FFP)

La sigla FFP sta per “Filtering Facepiece Particles”, che tradotto in italiano significa “Facciale filtrante contro le particelle”. Si tratta di dispositivi utili contro le particelle fini, la polvere e alcuni virus. L'efficacia delle mascherine FFP si misura sulla base del tasso di filtraggio e della perdita verso l’interno.

Mascherine non sanitarie

Rientrano in questa categoria le mascherine non certificate per uso sanitario, che possono essere confezionate con qualsiasi tipo di tessuto che copra naso e bocca. Queste non sono considerate dispositivi medici né di protezione individuale; possono essere prodotte sotto la responsabilità del produttore, che deve comunque garantirne la sicurezza.

Norme applicabili alle mascherine chirurgiche e di protezione

Maschere chirurgiche e di protezione devono necessariamente rispettare le normative e i regolamenti in vigore nel Paese.

Le mascherine chirurgiche vengono testate nel senso dell’espirazione, ossia dall’interno verso l’esterno. I test valutano l’efficacia della filtrazione batterica e permettono di stabilire la conformità delle mascherine con le seguenti normative:

Normativa europea EN 14683: in base a questa normativa il livello di efficacia di una mascherina può essere di quattro tipi: tipo I, tipo II, tipo IR e tipo IIR.

  • Tipo I: efficacia di filtrazione batterica superiore al 95%.
  • Tipo II: efficacia di filtrazione batterica superiore al 98%.
  • Tipo R: la normativa europea prevede anche un test di resistenza alla proiezione, in base al quale le mascherine possono essere di tipo IR e IIR. Le mascherine IIR sono quelle più resistenti.

Le mascherine di protezione (FFP) vengono testate nel senso dell’ispirazione, ossia dall’esterno verso l’esterno. I test a cui sono sottoposte valutano l’efficacia del filtro e la tenuta verso l’interno della mascherina. Secondo la norma EN 149 sono tre le classi di efficienza filtrante per questo tipo di maschere: FFP1, FFP2, FFP3.

  • FFP1: filtrazione minima dell’80% e penetrazione all’interno non superiore al 22%.
  • FFP2: filtrazione minima del 94% e penetrazione all’interno non superiore all’8%.
  • FFP3: filtrazione minima del 99% e penetrazione all’interno inferiore al 2%.

Alcune mascherine sono dotate di valvola, altre no. La valvola serve a garantire maggiore comfort, ad evitare la formazione di condensa interna, a non appannare gli occhiali e a favorire le fasi di respirazione favorendo la fuoriuscita anche di particelle virali. Per questo motivo le FFP con valvola proteggono chi le indossa, ma non gli altri e sono quindi sconsigliate in pazienti malati o potenzialmente malati per evitare il contagio.

In ogni caso, chi indossa una mascherina deve comunque rispettare le norme precauzionali sul distanziamento sociale e le altre introdotte per fronteggiare l’emergenza Covid-19.