Quali alternative alla plastica monouso?

 

European Bioplastics lancia l’allarme sui rischi dei prodotti improvvisati e consiglia di inserire le bioplastiche nelle leggi di attuazione della Direttiva SUP.

Dopo la pubblicazione, avvenuta a luglio, della Direttiva UE sugli articoli monouso in plastica (2019/904) qualcuno inizia a domandarsi quali siano le alternative disponibili e quale impatto queste potrebbero avere sulla sostenibilità e sulla sicurezza dei prodotti a contatto con alimenti.

Se lo chiede anche European Bioplastics, l’associazione europea dei produttori di bioplastiche, che attende con impazienza il documento con le linee guida sull'attuazione della direttiva SUP, che la Commissione europea si è impegnata a rilasciare entro la metà del prossimo anno.

Secondo l’associazione, la transizione da un'economia lineare a una circolare "senza perdite" merita il pieno sostegno di tutti, ma occorre evitare decisioni affrettate nell'individuare le alternative, che andrebbero testate e valutate con attenzione sotto gli aspetti dell'idoneità tecnica, sicurezza e igiene alimentare.

L’associazione cita, come esempio, i piatti in bambù messi in commercio per sostituire quelli in plastica, che potrebbero presentare potenziali rischi per la salute dei consumatori, come evidenziato dalle analisi sulla tossicità e sul rilascio di sostanze.

Quando si tratta di manufatti a contatto con alimenti, European Bioplastics ritiene che la plastica sia ancora oggi il materiale più affidabile e suggerisce quindi ai governi nazionali, in fase di elaborazione delle leggi di attuazione della direttiva, di consentire l'impiego di plastiche biobased non biodegradabili, ma riciclabili meccanicamente, e quelle biobased e compostabili come alternativa sostenibile.

Fonte: Polimerica.it