Biodegradabile e compostabile: qual è la differenza?

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Spesso biodegradabile e compostabile vengono usati come sinonimi... ma siamo sicuri abbiano lo stesso significato? Esiste una normativa in merito? E come si fa a distinguere i prodotti biodegradabili dai prodotti compostabili al momento dell'acquisto o quando si deve fare la raccolta differenziata?

  Significato di biodegradabile

Un materiale si definisce biodegradabile quando, sottoposto all’attività enzimatica di microorganismi, riesce ad essere degradato in sostanze più semplici. In altre parole, una volta terminato il processo di biodegradazione le sostanze organiche di cui era composto il materiale di partenza si trasformano in acqua, anidride carbonica e metano. A ben vedere quasi tutti i materiali si degradano, ciò che fa la differenza è la tempistica di questo processo, che dipende essenzialmente dalle caratteristiche del materiale stesso, ma anche dall’ambiente di biodegradazione (temperatura, ossigeno, umidità).

  Significato di compostabile

Qui andiamo in una definizione tecnica che però ci aiuta a capire meglio cosa acquistiamo (e come smaltire correttamente i rifiuti). Si dice compostabile un materiale organico che non solo è biodegradabile, ma che attraverso un processo, che avviene in condizioni controllate, di decomposizione biologica si trasforma in compost, una sorta di terricio che, essendo molto ricco di sostanze organiche può essere utilizzato come fertilizzante naturale.

Dalla definizione a questo punto è chiaro che tutti i prodotti compostabili sono anche biodegradabili, ma non è sempre vero il contrario perché la compostabilità richiede qualcosa in più. Di cosa si tratta? Su questo ci risponde una normativa.

  Gli standard della compostabilità in Europa

Per essere definito compostabile il materiale deve rispettare gli standard sanciti nella norma EN 13432 del 2002 che vanno ben oltre la biodegradabilità. Per questo motivo, la normativa europea EN 13432 ha messo dei limiti.

Per potersi definire compostabile un prodotto deve decomporsi del 90% in 6 mesi, a contatto con materiali organici per un periodo di 3 mesi, la massa del materiale deve essere costituita almeno per il 90% da frammenti di dimensioni inferiori a 2 mm, assicurare bassi livelli di metalli pesanti, valori di pH entro i limiti stabiliti e assenza di effetti negativi sul processo di compostaggio.  Solo una volta che siano stati verificati con esito positivo questi parametri, si può parlare di materiale compostabile.

  Come riconoscere i prodotti compostabili

Saper leggere le certificazioni ci aiuta a fare una corretta raccolta differenziata. Bisogna semplicemente fare attenzione a quanto riportato sulle etichette di ogni singolo prodotto: se, ad esempio, su un sacchetto leggiamo la dichiarazione di compostabilità, sarà utilizzabile per la raccolta dell'umido (con gli scarti di cibo) e potremo conferire tutto nell'organico.

Portati agli impianti di compostaggio, tali buste potranno tornare alla natura sotto forma di compost e nutrire così il terreno. Ugualmente ove ci servano piatti e bicchieri monouso, magari per una festa. Sapere che esistono certificati compostabili ci permetterà di buttarli insieme agli avanzi di cibo del nostro party.

Fonte: Donnamoderna.com