Un esperimento di disgregazione dei sacchetti compostabili 

 

Un programma di studi scientifici curato da Novamont, azienda chimica italiana attiva nel settore delle bioplastiche, ha presentato i risultati del brevetto “Mater-Bi”, riguardante i sacchetti biodegradabili. Si tratta di quelli usati, ad esempio, per pesare frutta e verdura al supermercato, che, se dovessero finire in mare, avrebbero un minore impatto ecologico rispetto ad altri inquinanti.

Gli studi, in parte svolti da Novamont nei propri laboratori, e in parte commissionati ad alcuni enti di ricerca, sono stati coordinati da Francesco Degli Innocenti, responsabile della funzione Ecologia dei Prodotti e Comunicazione Ambientale di Novamont. La ricerca ha riguardato la biodegradabilità intrinseca marina dei sacchetti Mater-Bi, la disgregazione in ambiente marino, e l’ecotossicità rilasciata nei sedimenti per effetto della biodegradazione.

Ciò che ne è derivato è quindi un alto livello di biodegradazione di questo materiale se esposto a microrganismi marini, secondo Degli Innocenti.

Gli esperimenti di disgregazione dei sacchetti compostabili per frutta e verdura Mater-Bi in ambiente marino sono stati condotti da Christian Lott, nella base all’Isola d’Elba dell’istituto, mentre lo studio sull’ecotossicità dalle docenti Maria Cristina Fossi e Silvia Casini nel laboratorio Biomarkers e Impatto Plastiche del Dipartimento di Scienze Fisiche della Terra e dell’Ambiente dell’Università degli Studi di Siena. Tutte queste analisi sono state possibili grazie alle attività pionieristiche introdotte dal consorzio di ricerca “Open-Bio”, presieduto da Ortwin Costenoble dell’Istituto di standardizzazione olandese Nen e finanziato dalla Commissione Europea, che ha messo le basi per lo sviluppo dei metodi di prova marini e la successiva standardizzazione.

Fonte: Ilvaloreitaliano.it